La crisi economica sta provocando dei cambiamenti piuttosto importanti per quel che concerne i consumi stagionali: con il freddo che comincia a farsi sentire davvero nel nostro paese e con i combustibili che hanno ormai raggiunto dei prezzi a dir poco proibitivi, le stufe e i camini sono tornati alla ribalta, tanto è vero che le importazioni di legna da ardere sono aumentate di ben ventisei punti percentuali rispetto a dieci anni fa. I dati in questione sono stati raccolti dalla Coldiretti, la principale associazione agricola d’Italia, la quale si è basata sui dati Istat (Istituto Nazionale di Statistica) dei primi sette mesi del 2012.
In particolare, con l’inverno alle porte ci sono più di sei milioni di stufe e camini accesi in tutto il paese. L’import a cui si sta facendo riferimento ha coinvolto tre miliardi di chilogrammi di legna, i quali saranno ovviamente sfruttati per mantenere calde le case degli italiani. Nello stesso tempo, nel giro di un decennio il consumo di gasolio destinato al riscaldamento si è praticamente ridotto della metà (il 49% in meno per la precisione in nove mesi). Le forme di riscaldamento che si stanno descrivendo sembravano ormai passate di moda e dimenticate, come ha sottolineato la stessa Coldiretti, ma bisogna anche considerare che tale forma energetica è senza dubbio più sostenibile dal punto di vista ambientale, oltre che economicamente competitiva.
Il settore delle stufe a legna, delle caldaie e del pellet, inoltre, stanno beneficiando di tecnologie maggiormente innovative rispetto al passato, con l’industria italiana che è in grado di soddisfare ben il 90% della domanda interna. In questa maniera il nostro paese è diventato il primo importatore a livello mondiale per quel che riguarda la legna da ardere. C’è da precisare che i dodici miliardi di alberi italiani sono un vero e proprio polmone verde e rappresentano quindi degli assorbitori fondamentali dell’anidride carbonica.