Il Credito Emiliano, meglio conosciuto semplicemente come Credem, si è sempre segnalato per le sue piccole dimensioni in valore assoluto e in quote di mercato (1% degli impieghi tanto per fare un esempio), ma con un grande peso specifico in termini di settore privato e mutui: la quotazione in Borsa, inoltre, le ha sempre consentito di essere ben coperta dagli analisti finanziari, tanto è vero che i piani industriali sono stati vissuti costantemente come un rito, in particolare per quel che concerne la loro comunicazione.
Stavolta, però, qualcosa è cambiato, dato che il gruppo di Reggio Emilia è in ritardo di un anno in relazione al piano 2010-2012, senza che vi sia stata alcuna comunicazione al mercato (la tradizione che è stata rispettata finora ha previsto l’anticipo di un anno della conclusione del piano precedente per scriverne uno nuovo). I dubbi stanno cominciando a circolare ed aumentare. Secondo quanto affermato da Adolfo Bizzocchi, direttore generale del Credem, attualmente si starebbe valutando e ragionando su quelle che sono le reali opportunità di realizzare un piano, anche se per il primo semestre del 2013 non verrà presentato assolutamente nulla. Insomma, la banca reggiana non vuole sbilanciarsi troppo da questo punto di vista e adottare delle soluzioni definitive, in quanto vi sono delle incognite che non consentono tutta questa sicurezza.
Le strategie che saranno privilegiate da qui ai prossimi mesi sono quelle in grado di rendere ancora più flessibile la struttura bancaria. Un altro discorso è quello relativo al dividendo da distribuire. In effetti, le idee in questo caso sono chiare, tanto è vero che si parla da tempo di una remunerazione che sia in linea con quella del 2011, tenendo d’occhio i conti di questi ultimi scampoli d’anno. Una notevole attenzione, infine, dovrà essere rivolta alla qualità del credito, visto che negli ultimi tempi ha cominciato a peggiorare, nonostante la situazione sia migliore rispetto a quella di altre banche.