L’associazione dei consumatori Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori) è sempre puntuale con le sue sortite in prossimità delle festività natalizie: quest’anno, in particolare, la classica indagine relativa al monitoraggio dei prezzi di quei beni che sono tipicamente legati al periodo in questione ha riservato dei dati non molto incoraggianti. Entrando maggiormente nel dettaglio di tale analisi, c’è da dire che il 2012 si chiuderà con acquisti molto più cari per quel che riguarda l’albero di Natale autentico (quasi cinque punti percentuali di rincaro per la precisione), mentre invece le tariffe della stella natalizia è rimasto tutto sommato stabile da un anno all’altro.
Il comparto alimentare riserva però più dolori che gioie: qualche esempio può aiutare a capire meglio questo trend, visto che uno degli aumenti maggiori di prezzo è stato registrato dal vino (+3,5%), seguito a ruota dal torrone (+2,7%) e dalle lenticchie (+2,2%), tutti prodotti che di solito non mancano nelle tavole natalizie degli italiani. Una certa controtendenza si è avuta invece con lo zampone e il panettone di marca, calati, rispettivamente, di 0,9 e 0,5 punti percentuali. Se poi si osserva con attenzione il settore dei giocattoli, si capisce come i consumi siano sempre più proibitivi in tal senso.
In effetti, le famiglie del nostro paese devono fare i conti con incrementi piuttosto sensibili, diversamente da quanto accade per i libri e i compact disc. In questo continuo saliscendi, inoltre, si possono aggiungere i beni di lusso, quali borse, occhiali e profumi, in deciso rialzo. Come ha messo in luce lo stesso Codacons, la spesa media a Natale scenderà fino a 187 euro, quindici punti percentuali in meno rispetto a un anno fa, segno che c’è bisogno di tirare la cinghia, con i cittadini più preoccupati per il pagamento di tasse e servizi (l’Imu, in particolare, la fa da padrona).