Dopo il fallimento della prima quotazione in Borsa Sea, un flop collimato dal ritiro della transazione dal mercato a causa dello scarso interesse dimostrato dai potenziali investitori, il Comune di Milano ha bandito una nuova gara per la cessione all’asta della quota di minoranza del 14.5 per cento della Sea. La base d’asta per l’intera partecipazione posta in vendita – riporta il quotidiano La Repubblica – è pari a 160,1 milioni di euro, per un valore per azione pari a 4,4 euro. Alla gara sarà certamente interessato il fondo F2i, che già controlla il 29 per cento di Sea.
Ma “perché un nuovo bando a pochi giorni dal ritiro della quotazione decisa dal cda di Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa?” – si domanda il quotidiano? La risposta arriva poche ore dopo, da parte dello stesso giornale: “La Provincia di Milano non ha alternative. Ha bisogno di fondi con urgenza, Per evitare di sforare il patto di stabilità con il rischio che l’ente possa essere commissariato. Non a caso nel comunicato che ha annunciato la decisione di Asam è scritto che l’aggiudicazione ” avrà luogo a favore del soggetto che avrà formulato la miglior offerta sia essa pari o superiore rispetto all’importo a base d’asta” ma è prevista anche la possibilita di presentare offerte al ribasso previa verifica della congruità” (vedi anche Consob indaga su mancata quotazione Sea).
In altri termini, la provincia potrà ben esaminare qualsiasi proposta che possa dimostrare la validità di un livello di prezzo più basso, anche sulla base delle precedenti indicazioni di Borsa Italiana, che aveva dato il consenso alla quotazione Sea sulla base di un prospetto che stabiliva l’offerta dei titoli sul mercato fra il 19 e il 30 novembre, un prezzo indicativo fissato nella forchetta fra 3,2 e 4,3 euro per una capitalizzazione compresa fra 878 e 1.180 milioni di euro. “Un prezzo ritenuto probabilmente troppo alto dal mercato” – conclude il quotidiano.