Il festeggiamento del Natale non può che essere associato alle bollicine: che cosa ci riserverà in questo senso il 2012? Gli italiani brinderanno allo stesso modo degli anni scorsi, ma il numero totale di bottiglie non sarà uguale, più che altro si punterà su marchi che consentano di risparmiare. La stima è stata calcolata dalla Confederazione Italiana Agricoltori (Cia), la quale è andata ad esaminare le intenzioni di acquisto dei consumatori del Belpaese. Il volume d’affari di quest’anno per quel che riguarda gli spumanti e le altre bollicine non riuscirà a raggiungere i settecento milioni di euro complessivi (ci si fermerà a 697 milioni per la precisione), mentre i vini rossi e quelli bianchi si aggireranno attorno ai 345 milioni.
Le bottiglie da stappare fino al prossimo 6 gennaio saranno 162 milioni, quasi due punti percentuali in meno rispetto allo scorso anno. La leadership settoriale spetta senza dubbio agli spumanti del nostro paese (novantatré milioni di bottiglie), mentre lo champagne sarà scelto solamente da un italiano su venti (i prezzi fanno la differenza in questo momento economico complicato). Le bottiglie di vini italiani presenti sulle nostre tavole, poi, saranno leggermente inferiori ai settanta milioni di unità; tra l’altro, si tratta anche di un regalo molto ambito e scelto, con circa l’85% dei pacchi associato ad esso.
Per quel che concerne la spesa media, l’accortezza sarà dominante: in effetti, gli italiani sborseranno una cifra compresa tra i cinque e i dieci euro per lo spumante, mentre i vini richiederanno al massimo sette euro, cifre non certo impossibili. Il 68% di queste bottiglie sarà stappato in famiglia e tutto il resto nei vari locali. Le vendite sono destinate ad aumentare, ma le bollicine rialzano la testa soltanto in questo periodo natalizio: il settore non può campare di rendita nei mesi successivi, ecco perché il rapporto tra qualità e prezzo va migliorato ancora.