Tra le tante (e non certo gradite) novità del 2013, figura anche la “mini patrimoniale” sui risparmi. Un’imposta di bollo sui depositi e sugli investimenti, che andrà a penalizzare soprattutto chi ha impieghi sui depositi amministrati, e non solo. Insomma, se il 2012 è sembrato particolarmente penalizzate per le tasche degli italiani, la nuova imposta di bollo contribuirà a rendere il 2013 ancora più gravoso per i bilanci delle famiglie italiane, già messe a durissima prova dall’impatto delle innovazioni fiscali dell’anno che ci sta per salutare.
La Repubblica ci ricorda infatti come “il 31 dicembre l’erario fotograferà tutte le giacenze – conti correnti bancari e postali, libretti, polizze vita, fondi comuni e derivati – e applicherà l’1 per mille, destinata a rincarare dal 2013, quando le persone fisiche pagheranno l’1,5 per mille senza limiti. Fanno 1.500 euro per ogni milione. Una misura dai connotati regressivi e che diversi operatori giudicano iniqua, per errori dei “tecnici” del governo e le efficaci pressioni della lobby bancario-assicurativa”.
Il rischio comune, già facilmente sperimentabile, è che ancora una volta a pagare di più sia la gente normale e non “i professionisti della speculazione e dell’elusione” – come li ha denominati il senatore dell’Idv Elio Lannutti (vedi anche Tronchetti Provera rompe patto con Malacalza).
“Negli attimi finali della legislatura, però, le due sole mitigazioni riguardano i conti correnti di base (quelli da destinare ai clienti con entrate sotto i 7.500 euro di indice Isee), e un tetto di imposta a 4.500 per le società dall’anno prossimo” – prosegue ancora il quotidiano – “Il gestore di fondi comuni Alberto Foà, fortemente critico, l’ha chiamata “la patrimoniale sui poveri“. O forse, a causa dei veti del centrodestra (che non avrebbe mai votato una patrimoniale vera) è soltanto una patrimoniale “vorrei ma non posso”, anche se Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, la bolla come “vera e propria patrimoniale, che si abbatte solo sulla ricchezza finanziaria” (vedi anche l’approfondimento Le novità del Decreto Crescita sui fallimenti).