Il mercato auto italiano ha ceduto il 19,87 per cento rispetto al 2011, con un calo perfino più grave nel corso del mese di dicembre, quando la flessione è stata pari al 22,51 per cento. Il futuro del mercato automotive internazionale sembra pertanto essere ben lontano dagli approdi nazionali, con gli operatori di principale riferimento globale che puntano alla Cina quale approdo preferenziale per gli investimenti, nella convinzione che la domanda locale possa rinvigorire i propri fatturati.
Non è un caso che le aziende che stiano tenendo meglio l’impatto della crisi siano anche quelle meglio delocalizzate in Cina, sul fronte commerciale. “La bavarese Bmw, che controlla anche Rolls Royce, è il principale produttore mondiale di auto di lusso, davanti all’eterno rivale Daimler (Mercedes): entrambi i gruppi godono di un’ottima posizione in Cina e proprio Daimler, secondo la stampa tedesca, si prepara ad accogliere investitori cinesi. Per Volkswagen poi, la Cina è diventata ormai il primo mercato mondiale e entro l’anno il Gruppo ultimerà la costruzione di 2 nuove fabbriche, portando la propria produzione cinese a 3 milioni di veicoli entro il 2014, secondo i piani annunciati dal numero uno di Wolfsburg Martin Winterkorn. Ai cinesi VW non pensa di vendere solo Polo e Golf, ma anzi, si punta molto su marchi premium come Audi e di icone del lusso come Porche, Bentley e Bugatti, che garatiscono margini di profitto maggiori per ogni unità venduta” – riepilogava poche ore fa Rai News (vedi anche Immatricolazioni auto Francia dicembre 2012).
A conferma dell’appetibilità del mercato cinese è poi giunto un report a cura del Financial Times, che ha stimato una produzione a quota 19,6 milioni di veicoli ‘leggeri’ per quest’anno in Cina, per un volume che – per la prima volta nella storia – sarà più alto di quello Europeo (il vecchio Continente dovrebbe fermarsi a 18,3 milioni).
Il Financial Times ha poi stimato una lieve ripresa a livello mondiale, con uno sviluppo del 2,2 per cento del 2013 contro il 4,9 per cento del 2012, e vendite complessive per 1,3 mila miliardi di dollari (vedi anche Fiat calo immatricolazioni Francia).