Cinque giorni fa, esattamente in concomitanza con il primo giorno dell’anno, sono scattati dei rincari che hanno spiazzato e innervosito i consumatori italiani: si tratta, infatti, dei correntisti di Poste Italiane, i quali hanno visto iniziare il 2013 con questa sorpresa non proprio piacevole e con altri cambiamenti di non poco conto. In effetti, le modifiche apportate alle procedure per i prelievi dal libretto postale sono un’altra realtà con cui bisognerà fare i conti. In pratica, come stabilito dalla spa postale, per poter perfezionare un prelievo in un ufficio che è diverso da quello in cui il libretto in questione è stato aperto, sarà necessario dimostrare il possesso della tessere elettronica che è legata a questo stesso strumento.
Finora, i correntisti erano stati abituati in ben altra maniera. I titolari del libretto avevano l’opportunità di prelevare importi fino a un massimo di 2.500 euro in ogni ufficio postale, senza alcuna distinzione, anche se poi il Decreto Salva Italia ha ridotto questa soglia a 999 euro per la precisione. Tra l’altro, la pubblicità volta a rendere noto il libretto in questione puntava proprio su tale caratteristica. Ora invece è tutto cambiato e i principali svantaggi saranno quelli subiti dai pensionati e dai lavoratori dipendenti.
Non è un caso che due associazioni dei consumatori molto agguerrite come Adusbef e Federconsumatori siano già in prima linea per denunciare la situazione. Secondo queste ultime, la tessera è stata finora un qualcosa di facoltativo e da destinare solamente a chi la avesse desiderata in modo esplicito, insomma una dotazione non strettamente necessaria. Trasformarla in uno strumento indispensabile anche per riscuotere la pensione comporta varie difficoltà, senza tenere conto che nessuna comunicazione è stata spedita a domicilio, pertanto i correntisti coinvolti hanno scoperto la novità all’improvviso. L’invito delle associazioni a Poste Italiane è quello di confrontarsi immediatamente per chiarire la vicenda.