Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, ha smentito, almeno per quest’anno, lo spin-off delle attività italiane del gruppo e l’aggregazione con un altro importante istituto di credito, Mediobanca: come ha spiegato Ghizzoni, il 2013 non sarà l’anno di queste due operazioni, lasciando dunque aperto uno spiraglio per il futuro, visto che si è parlato parecchio di un vero e proprio scorporo della rete nazionale, con Piazza Cordusio che sarebbe diventata una holding a tutti gli effetti. Le sottolineature dell’ad hanno riguardato l’interesse per la presenza in determinati paesi, senza però rinunciare alla fondamentale leadership che è stata conquistata nel Vecchio Continente.
La situazione attuale di Unicredit è stata comunque definita molto migliore rispetto a quella di un anno fa. Per quel che concerne l’aggregazione menzionata in precedenza, si era ipotizzata Mediobanca nelle stesse vesti indossate da Imi (Istituto Mobiliare Italiano) per il gruppo in questione, ma è stata garantita una piena autonomia in entrambi i casi. D’altronde, il 2013 non sarà certo un anno semplice per il settore bancario e quindi anche per Unicredit, tanto è vero che le previsioni macroeconomiche hanno messo in luce un andamento piuttosto piatto; al contrario, il 2014 sarà caratterizzato da una buona crescita, una occasione da non mancare.
Nei prossimi dodici mesi le liete novelle dovrebbe giungere solamente dai prestiti, con un secondo semestre dalle ottime performance e un miglioramento sensibile agevolato dai risparmi sui costi. In effetti, non si deve dimenticare che Unicredit sta razionalizzando e riorganizzando da diverso tempo la propria struttura interna. Il titolo azionario guadagna per il momento, ma con una certa moderazione. Ghizzoni, inoltre, non ha fatto nessun riferimento alla redditività, più che altro si attendono tempi migliori, più precisamente quando tutta l’Europa tornerà a crescere. Nessuna operazione straordinaria è dunque all’orizzonte, tanto è vero che la società di intermediazione mobiliare Equita ha confermato il proprio giudizio “neutral” sull’azione.