Che si tratti di una clamorosa trovata promozionale, o di un supporto concreto per le condizioni delle persone più anziane, o dei nuclei familiari più prosperosi, sarà il tempo a dircelo: con la consapevolezza che – probabilmente – si tratta di spingere su entrambi i fattori, quel che è certo è che Carrefour ha scelto di tagliare l’imposta sul valore aggiunto sui propri prodotti freschi, con un risparmio tra il 4 e il 10 per cento su alcuni dei generi alimentari di maggiore consumo. Ma come avverrà questo taglio?
La depurazione fiscale dei prodotti freschi partirà il 18 gennaio e durerà fino al 31 marzo. Più di due mesi di tempo a disposizione delle famiglie composte da almeno cinque persone, e degli ultrasessantacinquenni, per poter acquistare prodotti senza la presenza dell’aliquota Iva. Un’imposta che pesa per il 4 per cento sul pane e per i formaggi, e per il 10 per cento su carne, pesce e verdure (vedi anche Le cinque domande di Banca Etica sulla finanza).
Secondo quanto stimato, i risparmi per i nuclei familiari più corposi dovrebbero aggirarsi tra i 350 e i 500 euro, mentre i risparmi per gli anziani si aggirerebbero tra i 150 e i 200 euro. Per poter beneficiare del benefit, Carrefour ha predisposto delle carte fedeltà che, targetizzando il cliente, saranno in grado di riconoscere l’appartenenza del consumatore a una delle categorie sopra esposte e, di conseguenza, ricollegare l’importante bonus alla fine della spesa.
Una risposta, quella di Carrefour, che sembra essere indirizzata a quanto agito da altri concorrenti, come ad esempio accaduto qualche tempo fa in Esselunga, che aveva introdotto un buono da 8 euro ogni 50 euro di spesa (vedi anche Crisi grandi marche).
La scelta di proporre sconti sui prodotti freschi sembra inoltre essere particolarmente appropriata per ridurre gli sprechi: i prodotti alimentari freschi sono infatti quelli che si deteriorano prima e, pertanto, generano i maggiori rischi di pregiudizio in capo ai venditori.