Pasta e pane sono due tipici alimenti che non mancano mai nelle tavole degli italiani: eppure, sono anche i cibi interessati dai maggiori rincari, rendendoli addirittura “antipatici”. In effetti, se si pensa che l’incremento tariffario del pane fresco è stato pari a oltre ventidue punti percentuali, mentre quello della pasta di semola di grano duro al 36,6%, si capisce bene come perfino il settore alimentare sia troppo associato al “lusso”. D’altronde, come evidenziato di recente dall’Istat (Istituto Nazionale di Statistica), il carrello della spesa sta diventano sempre più pesante per i consumatori e sarà difficile confermare i nove euro al giorno evidenziati nel mese di dicembre come somma minima per mangiare in modo sano.
Ecco allora che l’andamento dei prezzi al consumo sta stravolgendo le nostre vite, con molte rinunce per quel che riguarda prodotti tipici della dieta mediterranea, come l’olio e la pasta. Quest’ultima e il pane, in particolare, sono rincarati in maniera dissennata a causa dei nuovi costi di produzione della farina, dato che la scorsa estate hanno superato addirittura del 40,1% quelli di inizio 2007.
Ben il 61% degli italiani ha deciso di svuotare il proprio carrello, come messo in luce in modo opportuno da una indagine condotta dalla società Swg per conto di Coldiretti, la nota associazione agricola: il potere d’acquisto attuale non consente di effettuare molte scelte economiche. In aggiunta, gli aumenti della benzina e del gasolio hanno raggiunto livelli da record, riducendo ulteriormente le possibilità di spesa delle famiglie. Ma quali sono gli altri cibi che si sono caratterizzati per i loro aumenti? L’elenco è guidato dal caffè, con i suoi 8,3 punti percentuali, seguito a ruota dai vini (+3,5%) e dal riso (+3,1%). A parte l’olio d’oliva (-0,4%), poi, non sono stati da meno neanche la carne, il pesce, il latte fresco e la frutta fresca, un menù che lascia davvero l’amaro in bocca.