Sulla Banca Popolare di Milano si stanno concentrando numerose indiscrezioni relative a un futuro che forse in pochi si attendevano: in effetti, stando agli ultimi rumours, l’istituto di credito lombardo è destinato a trasformarsi da società cooperativa a spa (società per azioni). Molti giornali e media hanno anticipato lo scenario in questione e il mercato ha risposto in maniera più che positiva (sono stati registrati rialzi anche di quindici punti percentuali). Secondo la governance e il top management, l’ipotesi deve essere considerata prematura, ma comunque rimane questa prospettiva da analizzare e capire.
La società di intermediazione mobiliare Equita ha provato a spiegare cosa sta accadendo. Nel dettaglio, se la trasformazione di cui si sta parlando dovesse diventare una realtà concreta, allora il titolo azionario potrebbe riuscire a guadagnare anche trenta punti percentuali, un bel balzo in avanti senza dubbio. Le indiscrezioni descritte in precedenza hanno fatto intuire come il progetto sia abbastanza concreto, anche se deve essere corredato da una situazione ben precisa. Anzitutto, infatti, è necessario il voto favorevole da parte del 10% dei soggetti che sono iscritti al libro dei soci: si tratta di ottomila voti per la precisione, circa il doppio di quelli che sono stati ottenuti da Andrea Bonomi per diventare presidente del consiglio di gestione.
Questo vuol dire che il rischio di esecuzione del progetto è tra i più alti in assoluto. Per la trasformazione vera e propria, poi, si dovrebbe procedere ad alcuni accorgimenti in grado di far eleggere ai dipendenti soci una minoranza del consiglio di sorveglianza. Secondo lo stesso Bonomi, tale riforma è fondamentale per ottenere una divisione logica e utile tra la gestione, il controllo e l’azionariato. Le sigle sindacali non si sono ancora espresse e hanno preferito attendere altro tempo, specificando come il discorso non sarà affrontato prima delle prossime elezioni politiche (24 e 25 febbraio), poi il “cantiere” potrà ripartire.