Italiani e cibo, le abitudini di acquisto sono decisamente cambiate: le preferenze vanno nella direzione dei prodotti a chilometro zero, la cui crescita negli ultimi dodici anni ha raggiunto i diciassette punti percentuali. Lo stesso discorso vale per gli alimenti del commercio equo e solidale, il cui +12% rappresenta una performance di tutto rispetto. Il risparmio è il principale motivo che spinge a determinate scelte, tanto è vero che le famiglie che si affidano ai discount sono salite al 40% rispetto al totale complessivo, ma si guarda sempre con attenzione al Made in Italy e alle denominazioni classiche, vale a dire Dop (Denominazione di Origine Protetta) e Igp (Indicazione Geografica Protetta).
Secondo l’associazione dei consumatori Adoc (l’ente promosso dalla Uil), i cittadini cercano in tutti i modi di far coincidere tre elementi, vale a dire il risparmio, la qualità e la tradizione. Entrando maggiormente nel dettaglio di questi dati, c’è da dire che il già citato chilometro zero riesce ad assorbire circa il 9% della spesa effettuata ogni anno dalle famiglie italiane; il Made in Italy trionfa da questo punto di vista con un valore molto vicino al 27%, senza dimenticare il 4,5% dell’equo e solidale.
Come ha spiegato il numero uno dell’associazione, il fenomeno in questione è piuttosto rilevante, con una enorme crescita che è stata sicuramente favorita negli anni dai Gruppi di Acquisto Solidale (noti anche con l’acronimo Gas): le famiglie del nostro paese che hanno sfruttato questa iniziativa sono aumentate di venti punti percentuali, con la destinazione di un 5,6% medio di spesa alimentare. Insomma, non si fa attenzione solamente al prezzo di un determinato prodotto, ma anche e soprattutto alla sua storia, l’origine, la sostenibilità ambientale e l’azienda che l’ha messo in commercio. Un ultimo dato che va sottolineato è quello relativo alla ripresa dei mercati agroalimentari, con un importante incremento del 12% nell’ultimo biennio.