Lego, società danese nota in tutto il mondo per i propri “mattoncini”, non conosce crisi. Alla faccia di chi ritiene che il passatempo che ha allietato le serate di milioni di bambini (anche italiani) sia obsoleto rispetto alle innovazioni tecnologiche, e che pertanto l’azienda europea sarebbe in procinto di intraprendere una lunga strada di declino, la compagine è invece riuscita a presentare ai propri stakeholders dei risultati molto interessanti.
Stando a quanto affermato dall’azienda, infatti, il 2012 si è chiuso con un utile pari a 5,613 miliardi di corone (al cambio attuale, 752 milioni di euro), in rialzo del 35 per cento rispetto al 2011. Bene anche i ricavi, cresciuti in maniera straordinaria del 25 per cento a 23,40 miliardi di corone (vedi anche Lego, boom di utili).
“Nel 2012” – spiegava in proposito un comunicato dell’azienda pochi giorni fa – “il gruppo Lego ha proseguito il suo trend di forte crescita avviato negli ultimi anni”. Tra i prodotti molto gettonati, la tendenza al crescente consumo dei beni appartenenti alla nuova linea di giochi dedicati alle bambine (Lego Friends): un consumo talmente dinamico che – nonostante il forte aumento della produzione, ha spiegato l’azienda, non si è riusciti a soddisfare interamente la domanda.
Come era lecito attendere a garantire il maggiore tasso di crescita nel corso del 2012 è stata l’Asia e, in particolar modo, la Cina. Di contro, nella macro area dell’Europa del Sud l’espansione è avvenuta a ritmo più moderato, complice un calo dei consumi ben più generalizzato che del solo settore ludico. Per quanto concerne infine il fronte occupazionale, l’azienda ha comunicato che nel 2012 ha potuto superare la soglia psicologica dei 10 mila dipendenti, portando le proprie risorse umane a quota 10.400 unità contro le 9.400 unità del 31 dicembre 2011.
Novità commerciali del breve termine dovrebbero poter garantire un rinnovato successo anche nel 2013 (vedi anche Arduino, la scheda elettronica rivoluzionaria made in Ivrea).