Tra i tanti rincari dei carburanti, si dimentica spesso di uno di quelli che dovrebbe consentire un maggiore risparmio e una più accorta tutela dell’ambiente: si tratta del Gas di Petrolio Liquefatto, meglio noto come Gpl, i cui aumenti tariffari sono stati evidenziati con decisione dall’associazione dei consumatori Altroconsumo. La media relativa al Vecchio Continente si attesta attorno ai 5,3 punti percentuali, mentre in Italia questa quota è superiore di addirittura tre volte (più del 15% per la precisione). I veicoli alimentati dal Gpl sono cresciuti in modo evidente negli ultimi tempi, in particolare con la prospettiva di spendere in meno al momento del rifornimento.
Per gli automobilisti in possesso di tali vetture, però, le cose stanno mutando in peggio, visto che nel giro di un solo anno il prezzo è salito e per di più in modo ingiustificato. La denuncia di Altroconsumo ha preso spunto da un confronto molto dettagliato tra i prezzi dei carburanti nostrani con la media relativa dell’Unione Europea. In pratica, sono stati utilizzato i dati dell’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) e per il Gpl è stato registrato un incremento annuo pari a ben diciotto punti percentuali, otto dei quali riguardano l’ultimo trimestre del 2012 (ottobre, novembre e dicembre).
Ma c’è un timore ancora più grande di cui tenere conto. Si tratta della tendenza alla crescita continua da parte di questo carburante, il quale dovrebbe invece essere una valida alternativa per le nostre tasche. Ci sono stati tre giorni della discordia quest’anno: si tratta del periodo compreso tra il 14 e il 16 gennaio scorsi, quando il prezzo in questione era pari a 0,873 euro al litro, a fronte di una media comunitaria di 0,75 euro. Come se non bastasse, poi, il Gpl è aumentato del 15% in valore assoluto, una percentuale che sale al 20% se la si considera al netto di tasse e imposte.