L’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, è intervenuto durante la recente conference call di presentazione dei risultati del 2012 conseguiti dalla propria banca, cercando di elaborare qualche attendibile stime su quello che potrebbe accadere nel prossimo futuro a breve termine. Un anno, il 2013, che il manager ha definito “complicato anche per via dell’incertezza politica” mentre “migliore” sarà la seconda parte dell’esercizio.
“Oggi UniCredit è molto piú forte rispetto a un anno fa dal punto di vista del capitale, dello stato patrimoniale e della liquidità e può guardare con fiducia alle sfide del 2013” – ha affermato Ghizzoni, che ha così dato merito alle varie iniziative strategiche elaborate, come il contenimento dei costi e l’efficientamento dell’organizzazione aziendale.
Per il 2013, ha poi precisato Ghizzoni, “porteremo avanti con determinazione le nostre iniziative di rilancio della redditività. La decisione del cda di UniCredit di proporre all’assemblea la distribuzione di un dividendo di 9 centesimi per azione vuole sottolineare la fiducia che nutriamo nella capacità di UniCredit di creare valore ricorrente per gli azionisti”.
Ghizzoni ha poi parlato dei rimborsi Ltro, rimandati a causa dell’incertezza politica. La volatilità di mercato è invece la causa che – afferma il manager – sta impedendo la revisione del piano strategico. “I risultati finanziari del piano” – ha affermato l’a.d. – “sono posposti ma non cancellati”.
In merito all’evoluzione italiana, Ghizzoni dichiara che “l’economia è bloccata, le condizioni per ripartire ci sono ma l’incertezza politica non consente di pianificare. Ci sono aziende pronte a investire ma non lo fanno perchè serve chiarezza”. Ma come permettere al sistema bancario di recuperare forza? Sicuramente – dichiara Ghizzoni – non con la bad bank in grado di accogliere i crediti deteriorati del Paese: “la bad bank vera e propria, nel suo significato tradizionale, richiederebbe l’intervento dello stato e quindi ha un impatto sul debito pubblico (…) Se deve esserci un impatto” – conclude Ghizzoni – “che serva piuttosto per pagare i debiti della pubblica amministrazione: lo trovo molto più importante”.