Ubs, la più grande e importante banca di tutta la Svizzera, ha deciso di abbandonare progressivamente l’Euribor (Euro Interbank Offered Rate), tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee. L’esodo si ingigantisce, in quanto l’istituto di credito elvetico è soltanto l’ultimo ad adottare una misura simile dopo Citigroup e Rabobank, in seguito al grave scandalo di qualche mese fa. Ubs non vuole più essere coinvolta in queste contrattazioni, puntando maggiormente sul franco svizzero e il dollaro americano, un altro schiaffo in faccia all’euro come moneta.
Far parte di questa “comunità”, inoltre, è diventato sempre più costoso e oneroso, considerando i litigi, le multe e le condanne penali. La stessa Unione delle Banche Svizzere è stata sanzionata con una multa piuttosto pesante lo scorso mese di dicembre, ben 1,5 miliardi di dollari, dalle autorità americane, britanniche ed elvetiche per aver alterato i tassi. La fine della collaborazione si avrà entro il prossimo 31 marzo. Michel Barnier, commissario europeo per il Mercato Interno e i Servizi, aveva annunciato a febbraio come molti istituti e banche potrebbero essere costrette a far parte di simili panel per la selezione dei tassi come l’Euribor.
Attualmente, l’elenco di quest’ultimo comprende trentanove banche, ma da settembre si è assistito all’uscita da parte di nomi importanti, quali Raiffeisen, Bayerische Landesbank e DekaBank, oltre a quelli già citati in precedenza. Ubs, insieme alla francese Société Générale e alla britannica Hsbc Holdings, si sono tirate fuori da un altro indice, Eurepo, anch’esso gestito e amministrato dalla Euribor-Ebf. A ottobre, infine, l’istituto che ha sede a Basilea e a Zurigo, ha annunciato la riduzione degli assets per un quantitativo pari a circa cento miliardi di franchi svizzeri entro la fine del 2017, a causa del declino del settore del reddito fisso. Una buona fetta di questi tagli proverranno dal business del credito e dai tassi di interesse.