I consumatori italiani continuano ad essere poco fiduciosi e non si può certo dar loro torto. Gli ultimi dati dell’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) hanno infatti evidenziato un ulteriore calo a marzo di questo sentimento, vale a dire l’indice del clima di fiducia per la precisione. Quest’ultimo è passato da 86 a 85,2 nel giro di un mese e ciò per diversi motivi. In effetti, il calo a cui si sta facendo riferimento si riferisce sia alla componente che ha a che fare con il quadro economico (in questo caso l’indicatore è letteralmente crollato, passando da 72,7 a 68,8) sia quella relativa al clima personale (la diminuzione è stata più moderata, da 91,7 a 91,4, ma sempre un calo è).
Qualche spiraglio si può intravedere solamente per quel che concerne il cosiddetto “clima futuro”, il quale è leggermente aumentato, salendo da 79,9 a 80,2, diversamente da quanto avvenuto per la situazione corrente, quella che più conta, scesa da 91,1 a 89,2. Non va meglio nemmeno alle valutazioni e alle attese che sono state espresse in merito alla situazione economica del nostro paese, il deciso peggioramento. La disoccupazione viene invece percepita in maniera differente, vale a dire con attese senz’altro più ottimistiche.
Quali sono gli altri dettagli di questo indicatore? Nel dettaglio, la situazione economica delle famiglie in generale non viene valutata in maniera positiva, lo stesso discorso che deve essere fatto per le opportunità che attualmente ci sono sul fronte dei risparmi. I miglioramenti sono relativi al saldo dei giudizi sul bilancio familiare e sulle possibilità future che si potrebbero presentare agli italiani. D’altronde, si sapeva perfettamente che l’attuale situazione economica non poteva mettere di buonumore gli italiani: l’inflazione, poi, continua ad essere stabile ed è proprio tale dinamica dei prezzi che preoccupa, soprattutto al Nord e al Sud, visto che nelle regioni centrali il clima di fiducia è risultato in aumento.