L’unione fa la forza: recita così il motto ufficiale del Belgio e ci sarà bisogno di moltissima unità per far fronte all’attuale situazione economica. Il governo di Bruxelles sta tentando disperatamente di venire incontro ai dettami imposti dall’Unione Europea in questo senso, in modo da evitare sanzioni pesanti. Per il momento sono in corso le trattative e niente è stato ancora deciso in maniera definitivo. I fondi aggiuntivi che sarà necessario reperire sono compresi tra 1 e 1,5 miliardi di euro, a seconda di quale sarà l’obiettivo finale per quel che concerne il deficit di bilancio, un altro elemento che fa ben capire quanta incertezza vi sia.
Inizialmente si era parlato di 2,8 miliardi di euro da raggiungere come traguardo, vale a dire un deficit pari al 2,15% del prodotto interno lordo, ma poi è subentrato un deciso ripensamento. Per riuscire a ridurre il debito, sarà opportuno utilizzare alcune misure specifiche, una necessità ribadita in più occasioni dal ministro delle Finanze Koen Geens, nonostante alcuni suoi colleghi siano vivamente speranzosi in merito a ulteriori risparmi, soprattutto nell’ambito della sicurezza sociale. Le opzioni dell’esecutivo belga includono anzitutto la vendita della partecipazione pari al 10,6% in Bnp Paribas, oltre al 43% in Royal Park Investments, la “bad bank” creata in occasione del salvataggio di Fortis durante la crisi finanziaria del 2008.
Il paese può anche vendere un’altra partecipazione, vale a dire quella in Belgacom Sa (3,5%), l’ex operatore statale delle telecomunicazioni, così da ottenere circa 230 milioni di euro. Bruxelles ha già perfezionato un totale di risparmi vicino a diciotto miliardi di euro, ovvero il 5% della produzione economica annuale. Gli sforzi, però, non sono finiti e ne serviranno molti altri. Gli obiettivi sono molto ambiziosi, un deficit pari all’1% del Pil quest’anno e allo 0,6% nel 2014, senza dimenticare il debito governativo, da tenere al di sotto del 100% del prodotto interno lordo nei prossimi mesi.