È evidente che qualche responsabilità deve pur essere trovata per quel che riguarda la crisi economica di Cipro. Ci ha pensato un quotidiano greco, Ethnos, a scoperchiare un pentolone piuttosto bollente. In effetti, secondo questo giornale ellenico Bank of Cyprus, Laiki Bank e Hellenic Bank, i tre più importanti istituti di credito del paese, hanno rischiato di farlo finire in bancarotta a causa di comportamenti a dir poco ambigui. In pratica, i tre gruppi appena citati hanno consentito il condono di prestiti per milioni e milioni di euro nel corso dell’ultimo quinquennio. I destinatari di queste sanatorie?
Si tratta di imprenditori e politici, una lunga lista che è stata resa nota e messa a disposizione della Commissione Etica del Parlamento di Nicosia. A parte Edek, partito identificabile come socialista, tutti gli altri schieramenti sono rimasti coinvolti in tutto ciò. Ci sarà ora una commissione di inchiesta per far luce sull’accaduto, così da capire di chi sono state le colpe: non è infatti ammissibile che le banche si siano comportate in tale maniera, vale a dire cancellando alcuni crediti oppure utilizzando delle metodologie poco corrette per calcolare i collaterali sui prestiti. Altra analisi fondamentale sarà quella che andrà ad accertare quanto sia stata corretta la vigilanza da parte della banca centrale.
I condoni fanno quasi impallidire quelli che negli ultimi anni hanno riguardato il nostro paese. Ad esempio, si può parlare dell’albergo utilizzato dal partito Akel dell’ex presidente Dimitris Christofias, visto che era necessario onorare un prestito da quasi tre milioni di euro, poi improvvisamente eliminato. Un altro condono è stato quello relativo a 101mila euro su un totale di 168mila per quel che concerne un esponente del partito Disy (centro-destra). Parentele, favori e facilitazioni sono stati dunque alla base degli ultimi anni del credito cipriota e ci si stupisce forse di meno nell’apprendere come è andata a finire leggendo la vicenda con questa nuova chiave.