Il Molise e la Sardegna sembrano due regioni che non hanno nulla in comune, ma è la crisi economica che le ha idealmente accostate: si tratta, infatti, delle regioni del nostro paese che sono state maggiormente colpite dal cosiddetto “credit crunch”, la stretta sul credito per intenderci. Il dato in questione è stato reso noto oggi da Unioncamere, visto che l’associazione ha analizzato tutti i numeri forniti dalla Banca d’Italia e dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne. In pratica, è emerso come in territorio molisano e sardo i finanziamenti siano calati il doppio rispetto alla media nazionale, vale a dire il 5%. Il periodo temporale preso in esame, inoltre, è quello compreso tra il giugno del 2011 e quello del 2012, un anno intero dunque.
I declini peggiori sono quelli che hanno riguardato l’area nord-orientale dell’Italia e quella nord-occidentale, con rispettivamente un -3,1% e un -3,4%. Gli istituti di credito del Mezzogiorno sono stati invece molto più “disponibili” e “generosi”, dato che il calo è stato pari all’1,4%, mentre ancora più contenuto è risultato nelle regioni centrali (un punto percentuale in meno). Che cosa c’è da dire oltre al Molise e alla Sardegna, i due casi emblematici della stretta?
Vi sono anche altre regioni che hanno dovuto sopportare un calo dei finanziamenti superiore alla media, come ad esempio il Friuli (-4%), il Veneto e la Calabria (-3,9%) e la Lombardia (-3,5%). Vi sono stati anche dei numeri positivi però, con la Valle d’Aosta, la Sicilia, l’Abruzzo e il Lazio che vantano un segno positivo. Volendo riassumere tutta questa situazione in cifre complessive, c’è da dire che le aziende del Belpaese hanno ottenuto nel 2012 978 miliardi di euro, un importo inferiore rispetto ai 1.003 miliardi relativi ai finanziamenti del 2011. Unioncamere, infine, ha messo in evidenza quanto pesano gli impieghi delle stesse imprese sul totale, con il primo posto conquistato dal Trentino (69,6%), seguito da Valle d’Aosta (63,7%) e Umbria (63,3%).