Il deficit di bilancio della Spagna è stato il più vasto di tutta l’Unione Europea nel 2012. La sfida che sta affrontando il primo ministro della nazione iberica, Mariano Rajoy, è dunque complicata, visto che sta preparando nel dettaglio un nuovo piano per tentare di far ripartire l’economia. L’Eurostat ha diffuso oggi questi dati allarmanti, mettendo in luce come il deficit spagnolo sia aumentato fino al 10,6% del prodotto interno lordo, soprattutto a causa dei costi sostenuti per il salvataggio del settore bancario. Nel 2011, il valore in questione si era fermato al 9,4%, mentre un anno fa è stato peggiore addirittura di quello della Grecia (10%).
Come è noto, l’Ue ha imposto agli stati membri di non sforare il limite del 3% del Pil, ma in questo caso si è superata l’asticella di ben tre volte. Proprio oggi i titoli azionari del Vecchio Continente hanno fatto registrare una incoraggiante ripresa dal maggior calo settimanale degli ultimi cinque mesi, grazie proprio al secondo insediamento consecutivo di Giorgio Napolitano come presidente della Repubblica. Allo stesso tempo, l’indice Stoxx Europe 600 è aumentato di 0,9 punti percentuali presso la Borsa di Londra, con l’euro in leggero ribasso rispetto al dollaro (-0,1% per la precisione).
Rajoy vorrebbe maggior tempo per assestare le finanze pubbliche del paese, dato che il suo è un obiettivo più che ambizioso, ovvero porre fine a una crisi economica che ormai dura da sei anni. Il Fondo Monetario Internazionale ha già fatto sapere di essere d’accordo su tale proroga per ottenere la riduzione del deficit. In particolare, Madrid ha ancora bisogno di due o tre trimestri (dunque dai sei ai nove mesi) per rassicurare in maniera completa gli investitori. Oltre al supporto della Banca Centrale Europea è necessario dimostrare che il miglioramento dell’economia interna è di tipo strutturale, ma anche che la ricapitalizzazione bancaria è in grado di accrescere i prestiti non performanti.