Barclays, prima banca del Regno Unito, ha reso noti i risultati ottenuti nel primo trimestre di quest’anno (il periodo gennaio-marzo dunque): i profitti sono calati di ben venticinque punti percentuali, tanto che le previsioni degli analisti finanziari sono state completamente mancate, una performance negativa che si può spiegare con le sempre meno operazioni che vengono svolte nel continente europeo. Volendo essere ancora più precisi, si sta parlando dei profitti ante-tasse che non tengono conto delle perdite sulla valutazione del debito.
Il dato in questione è sceso da 2,4 a 1,79 miliardi di sterline nel confronto con lo scorso anno, mentre invece gli stessi analisti erano stati molto più ottimisti, parlando di 2,1 miliardi di sterline. Il presidente del gruppo londinese, David Walker, e il suo amministratore delegato, Antony Jenkins, stanno cercando di tagliare il più possibile i costi, in maniera tale da ripristinare la fiducia nei confronti della compagnia britannica. Il profitto dell’unità relativa all’investment banking, il quale è in grado di generare circa la metà di quello totale, è cresciuto da 1,18 a 1,32 miliardi di sterline. In aggiunta, il reddito della banca è aumentato di un punto percentuale, attestandosi a quota 3,46 miliardi di sterline.
Tra l’altro, bisogna sottolineare come Barclays abbia sottoposto a revisione ben settantacinque delle sue divisioni, visto che è necessario valutare in maniera approfondita il rischio di reputazione. Il 2013, poi, sarà purtroppo caratterizzato da 3.700 licenziamenti, per un costo complessivo di un miliardo di sterline. Il deficit è comunque sceso del 10%, arrivando fino a 706 milioni, senza dimenticare che la banca inglese ha registrato un reddito netto di 839 milioni, dato che va raffrontato con la perdita netta del 2011, vale a dire 598 milioni di sterline. Nei prossimi mesi vi sarà anche qualche avvicendamento, in particolare Peter Horrell (assunto da Barclays sin dal 1990) diventerà il nuovo capo della divisione benessere in sostituzione di Tom Kalaris.