C’è un paese asiatico che sta destando attenzione per la sua crescita economica: si tratta della Malesia, stato federale che è celebre a livello finanziario soprattutto per l’emissione di sukuk, i bond islamici. Ebbene, la crescita di Kuala Lumpur dovrebbe essere superiore ai cinque punti percentuali per il settimo trimestre consecutivo. Si tratta di un dato eccezionale, in quanto ha consentito al paese di raggiungere il suo momento positivo più lungo da quando è scoppiata la crisi del 2008. Il prodotto interno lordo della maggiore economia del Sud-Est asiatico dovrebbe far registrare un interessante +5,5% nei primi tre mesi del 2013 (si sta parlando del confronto col primo trimestre di un anno fa per la precisione).
Tra ottobre e dicembre, invece, il ritmo fu addirittura superiore (+6,4%), visto che stavolta le esportazioni hanno rallentato. La giornata di domani è quella scelta dal governo locale per illustrare le stime ufficiali. I consumi, poi, sono in una fase a dir poco positiva. Come hanno spiegato diversi analisti ed economisti, un ulteriore rafforzamento potrebbe avere luogo anche nella seconda parte dell’anno: gli investimenti successivi alle elezioni saranno a ottimi livelli, senza dimenticare quelli del settore infrastrutturale.
Intanto, dallo scorso 5 maggio (la data del voto appunto), il ringgit, la valuta ufficiale della Malesia, ha guadagnato l’1,1%, mentre il più importante indice azionario, il Ftse Bursa Malaysia Klci Index, ha chiuso la giornata di ieri con un rialzo del 5,5%. L’ultima volta che la nazione asiatica è stata protagonista di una crescita simile è avvenuta nel 2007 e nel 2008, una corsa che si è interrotta soltanto in concomitanza con il fallimento di Lehman Brothers. Tra l’altro, la banca centrale ha parlato chiaramente di un ritmo superiore ai sei punti percentuali quest’anno, mentre il 2012 si è fermato al 5,6%. I costi dei prestiti, infine, sono rimasti fissi al 3% per dodici meeting consecutivi (un vero e propri record).