Tomas Bata è stato il fondatore, nel lontano 1894, della celebre azienda di calzature che reca il suo stesso nome: i suoi discendenti sono sul piede di guerra e non sono stati molto teneri contro due paesi, la Repubblica Ceca e la Slovacchia per la precisione. Che cosa è successo esattamente? La famiglia intende rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea di Lussemburgo, in modo da poter ottenere un risarcimento sia dal governo di Praga che da quello di Bratislava, a causa delle proprietà che sono state confiscate subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
In quel periodo, infatti, esisteva ancora la Cecoslovacchia ed erano stati applicati i cosiddetti Decreti Benes. La somma richiesta agli slovacchi è davvero alta, vale a dire un miliardo di euro. Coloro che ora stanno agendo in sede giudiziale sono gli eredi dell’imprenditore Jan Antonin Bata (vissuto fino al 1965), il quale venne accusato di una stretta collaborazione con i nazisti. Proprio per questo motivo, le sue immense ricchezze e i patrimoni vennero sottoposti ad espropriazione, proprio a poca distanza dall’inizio della dittatura comunista nel paese dell’Europa orientale. La sentenza in questione risale al 1947, ma poco tempo fa la Slovacchia ha di fatto cancellato il giudizio, riconoscendo l’innocenza di Bata, come avvenuto ugualmente sei anni fa per quel che riguarda la Repubblica Ceca.
Gli eredi pretendono il risarcimento di tutte le proprietà che facevano capo alla spa Bata, la quale sorgeva a Zlin, attualmente in territorio ceco (la sede odierna della multinazionale si trova in Svizzera, a Losanna). Un tentativo simile è già stato perfezionato, ma con risultati nulli, dunque ora si prova nuovamente ad affrontare la questione. Jan Antonin era il fratellastro di Tomas, morto a causa di un incidente aereo nel 1932: da quel momento l’azienda divenne un impero vero e proprio, con enormi profitti, fino all’emigrazione in Brasile e alla condanna del 1947.