Domani sarà il giorno in cui il governo Letta dovrà vedersela con la decisione del Parlamento sull’abolizione o meno dell’Imu, ormai al centro delle polemiche da giorni; un governo quanto mai precario che fa male anche ai mercati: lo confermano i dati di Piazza Affari che ha aperto in negativo e che rimarrà tale almeno fino a mercoledì.
La mancanza di intesa all’interno del Parlamento oltre a essere dannosa a livello di mercato potrebbe essere anche molto costosa per il Paese, soprattutto se si rivelerà necessaria una nuova tornata elettorale, in quanto sarebbero necessari tutta una serie di costi per rimettere in piedi la macchina delle elezioni politiche, basti pensare che la spesa totale delle elezioni dello scorso febbraio 2013 è stata di 389 milioni di euro.
Senza contare che le elezioni verranno precedute dalla campagna elettorale, pagata dai partiti politici in base alle diverse disponibilità. Stando i dati, il budget che il partito del Pd ha stanziato per le ultime elezioni politiche è stato di 6,5 milioni di euro. Ci sarebbe poi il discorso del finanziamento pubblico ai partiti, la cui abolizioni verrà trattata solo a metà settembre.
Sempre stando ai dati del Viminale, lo Stato ha dato ai partiti politici entrati in Parlamento, un rimborso elettorale di circa 160 milioni euro, una cifra che, se bisognerà tornare a votale, dovranno essere nuovamente elargiti a chi vincerà l’eventuale seconda tornata elettorale del 2013. Ovviamente si tratta di cifre che, con tutti i problemi, anche di natura economica, che lo Stato italiano deve far fronte, non si può certo permettere di affrontare.
Eppure, un aspetto positivo in un’eventuale seconda tornata di elezioni ci sarebbe: in caso di votazioni ci sarebbe un risparmio di circa 40 milioni di euro rispetto alle scorse elezioni perché si andrebbe a votare solo per la formazione di un nuovo governo, senza dover fare altrettanto anche per le amministrazioni, le regioni e i comuni.
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