È possibile risparmiare anche sulla bolletta del gas valutando le offerte migliori, con un risparmio annuale di 140 euro. Lo riporta uno studio dell’Istituto tedesco Qualità e finanza. Però tra le offerte migliori e quelle peggiori sul mercato libero ci sono 400 euro di differenza all’anno.
Chi vuole sostituire fornitore, quindi, deve farlo con accortezza, oppure corre il rischio di spendere uguale o anche molto di più rispetto ai consumatori restati nel mercato tutelato dall’Autorità per l’energia.
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In Italia il decollo della liberalizzazione nel gas è molto lento. Secondo i dati dell’Authority, solo il 16% dei 20 milioni di clienti domestici ha optato per il mercato libero per le forniture di metano, a quasi 15 anni dall’apertura del settore. Tra le industrie, invece, la quantità che ha cambiato gestore è molto più alta. Nell’insieme, il passaggio al mercato libero degli italiani rimane basso rispetto agli altri Paesi europei.
Il problema è che per attrarre clienti servono sconti molto consistenti.
Ma il mercato italiano, pur con l’entrata in funzione del rigassificatore di Rovigo, dipende fondamentalmente dall’Eni: per un terzo dalla Russia, per un altro terzo dall’Algeria e per il resto dal Mare del Nord e dalla Libia. L’alto costo de gas dai Paesi fornitori, i grossi oneri di sistema e le tasse, fra le più alte d’Europa (incidono sul prezzo finale per il 35% contro una media Ue del 20%), fanno sì che le tariffe aumentino sempre più, senza lasciare alcun spazio ad una vera e propria concorrenza fra gli operatori.