I segnali di miglioramento sono sempre meno. Quelli di peggioramento, per quanto concerne l’economia del Belpaese, sono sempre più tangibili.
La produzione industriale in Italia è scesa dello 0,7% a gennaio su base mensile, stando all’indice destagionalizzato pubblicato dall’Istat. Su base annua, la caduta si è attestata al 5,2%. Essa, corretta per l’effetto del calendario (venti giorni lavorativi quest’anno contro i 21 del gennaio 2014) si traduce in una contrazione del 2,2%.
Occorre analizzare il dato di gennaio 2015, il quale si configura come una cocente delusione per coloro i quali avevano sperato in un prosieguo della ripresa, apparentemente fiorita a fine 2014, quando la produzione industriale era salita dello 0,1% tendenziale e dello 0,4% sul mese precedente. In ogni caso è necessario considerare di contro che nella media del trimestre novembre-gennaio, la produzione risulta in crescita dello 0,1% sui 3 mesi precedenti. Appare dunque in miglioramento dal -0,1% del trimestre ottobre-dicembre, ma ci sono altri segnali non propriamente positivi all’inizio dell’anno.
La Banca d’Italia ha messo in evidenza che i prestiti delle banche a gennaio sono diminuiti dell’1,8% su base annua, in accelerazione dal -1,6% di dicembre. Nello specifico, i prestiti alle famiglie sono diminuiti dello 0,5%, stesso dato di dicembre, mentre i prestiti alle imprese sono scesi del 2,8% dal -2,3% del mese precedente.
Appaiono discordanti anche i dati sui tassi applicati ai finanziamenti. Per quanto concerne i mutui immobiliari, la media praticata è lievemente scesa al 3,06% dal 3,08%, mentre sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono saliti all’8,71% dall’8,10% medio di dicembre. E per i finanziamenti alle imprese di importo fino al milione di euro, i tassi salgono lievemente al 3,32% dal 3,31%, mentre scendono per gli importi superiori all’1,93% dal 2,15%.