I negoziati tra la Grecia e i creditori sono a un passo dal loro compimento. E la loro conclusione positiva sarà funzionale a riportare serenità ad Atene e nell’Eurozona.
Alexis Tsipras è fiducioso. Le trattative tra i negoziatori ellenici e quelli di Ue, Bce e Fmi procedono senza pause da una settimana. E la collaborazione è ottima. “Nessuno può negare che ci siano ancora alcuni punti da sciogliere”, ha ribadito il premier, ma “entro il fine settimana” – sostiene il suo ministro alle Finanze Euclid Tsakalotos – il compromesso potrebbe essere firmato. Le parti avrebbero trovato un accordo di massima su privatizzazioni e pensioni, due dei punti più delicati dell’agenda. Restano divergenze sul mercato del lavoro e sull’avanzo primario ma i vertici di queste ore dovrebbero consentire di avvicinare le posizioni.
Il tempo a disposizione del resto è poco. Il 20 di agosto scade un prestito da 3,5 miliardi della Bce e senza nuovi aiuti finanziari Atene rischierebbe di nuovo il default. Il piano cui sta lavorando il Governo con l’ex Troika prevede una lunga serie di riforme in cambio di prestiti per 86 miliardi di cui 25 potrebbero essere sbloccati molto rapidamente. Buona parte andrebbe a ricapitalizzare le banche in fortissima difficoltà che anche oggi stanno perdendo più del 20% sulla Borsa ellenica. L’intesa deve essere però raggiunta entro lunedì prossimo perchè per il via libera finale serve anche l’ok di alcuni Parlamenti tra cui quello greco e e quello tedesco.
Il vero problema è chi dovrà tradurre poi in pratica gli accordi firmati nelle prossime ore sotto il Partenone. Syriza è ancora spaccata e il leader dei radicali di sinistra Panagiotis Lafazanis ha ribadito che la sua corrente non voterà per il nuovo memorandum in aula. Probabile quindi che il sì arrivi di nuovo con il voto dell’opposizione ma Tsipras ha fatto sapere che questo governo di unità nazionale non dichiarato avrà vita breve.