Toyota ha dichiarato di aver venduto, includendo gli altri marchi del gruppo Hino e Daihatsu, 7,498 milioni di auto a livello globale (-1,5% su base annua).
Si tratta di una buonissima notizia, nonché di una svolta al vertice del mercato automobilistico, per il gigante di Nagoya. Un mercato automobilistico che, durante gli ultimi quaranta giorni, ha subito non poche difficoltà in molte parti del globo.
In questo modo, Toyota scalza Volkswagen, fermatasi a quota 7,43 milioni di vetture scontando l’effetto Dieselgate. General Motors, infine, si attesta a 7,2 milioni di unità.
I dati sono inevitabilmente collegati all’esplodere del caso sulle emissioni truccate dalla casa di Wolfsburg, che a dire il vero è emerso soltanto nella parte finale di settembre. I due produttori mostrano la stessa performance uin termini percentuali, una flessione dell’1,5%. Volkswagen sconta piuttosto la frenata delle vendite in Cina e Brasile, mentre Toyota paga la flessione del 7,8% delle vendite in Giappone. Nella prima metà dell’anno, Vw aveva venduto 5,4 milioni di auto contro i 5,02 milioni della Toyota.
Sul fronte Volkwagen, la polemica è proseguita a seguito di una rivelazione di stampa secondo la quale già nel 2013 l’allora commissario Ue all’Ambiente, lo sloveno Janez Potocnik, aveva lanciato l’allarme a Bruxelles che le aziende produttrici di automobili stavano “giocando d’azzardo” con i test Ue sulle emissioni. Questo – rivela il Financial Times – due anni prima che le autorità Usa rivelassero i trucchi adottati dal gruppo.
Volkswagen per aggirare i vincoli alle emissioni nocive dei suoi motori diesel. Ma nonostante l’avvertimento di Potocnik la Commissione Barroso non fece nulla per porre fine agli escamotage usati dai produttori di auto. Anzi. Lasciò in vigore le regole già in atto fino al 2017.