Un’altra grave perdita per l’industria italiana, malgrado siano state date al momento tutte le garanzie per il mantenimento dei posti di lavoro e dei centri produttivi in Italia.
Ma dal punto di vista dell’immagine non è una bella storia. Soprattutto perché una volta che sarà completata l’operazione che coinvolge anche la quotata in Borsa, lo storico marchio Ansaldo scomparirà dalla scena internazionale. Con uan coda di contestazione che coinvolge i fondi di investimento internazionale che parlano di “mancanza di chiarezza” nell’operazione.
E’ una delle conseguenze della cessione di Ansaldo Sts e Ansaldo Breda da parte del gruppo Finmeccanica, conglomerato industriale controllato dal ministero dell’Economia: una operazione il cui closing è stato annunciato dalle parti interessate. A comprare è il colosso giapponese Hitachi, il quale grazie a questa acquisizione rafforza la sua posizione nella produzione di vagoni e motrici ferroviario, sia per i treni sia per le metropolitane. Grazie ad Ansaldo Breda sale come quota di mercato soprattutto in Europa, dove è già presente con uno stabilimento in Gran Bretagna. Mentre prendendo il controllo di Ansaldo Sts diventa uno dei leader a livello mondiale nel segnalamento ferroviario.
Il prezzo netto pagato da Hitachi a Finmeccanica al closing per Ansaldo Breda, comprensivo del patrimonio immobiliare, ammonta a circa 30 milioni di euro. In sostanza, il gruppo giapponese si accolla ild ebito e gli investimenti per il irlnaciod elle attività. Poi c’è la questione Sts. Dopo la distribuzione di un dividendo pari a 0,15 euro, come comunicato il 6 marzo 2015, il prezzo di acquisto delle azioni di Ansaldo Sts è pari a 9,50 euro per azione, per un corrispettivo totale di 761 milioni di euro per l’intera partecipazione venduta. A seguito del closing dell’operazione, Hitachi lancerà un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle rimanenti azioni di ansaldo sts.