Dbrs aggiorna i propri ratings e l’Italia perde l’unica A che aveva ancora rispetto alle 4 agenzie di rating internazionali che con il loro volere e giudizio sono in grado di influenzare gli andamenti economici dei loro soggetti.
Nonostante il declassamento sostanzioso (passare da A- a BBB+ non è sempre uno scalino facile da scendere ed ammortizzare con eleganza dagli stati, N.d.R.), va detto che le ripercussioni dovrebbero essere limitate per l’Italia, almeno in questo frangente. Perlomeno sui rendimenti dei titoli di stato e sul premio a rischio-Paese. Tutto questo sarebbe dovuto alla protezione del QE della BCE.
Purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista, N.d.R.) l’Italia era già percepita dai mercati nei quali opera come una BBB+ grazie alle altre agenzie di rating, quindi il fatto che la Dbrs abbia abbassato la sua valutazione, per quando non buona, non rappresenta assolutamente una novità. In qualche modo l’agenzia di rating ha confermato un trend stabile, mantenendo la valutazione come la più alta delle quattro totali. Non si deve infatti dimenticare che il BBB+ di Fitch ha un outlook negativo attualmente.
Gli esperti sostengono che il maggiore impatto di tale retrocessione sarà di tipo indiretto perché peggiorerà in modo sensibile l’haircut praticato dalla Bce sui titoli di Stato italiani consegnati come collaterale nelle operazioni di rifinanziamento principale. E questo porterebbe a dover rivedere al rialzo i rendimenti dei BTp nel caso in cui le banche italiane iniziassero ad acquistare i Bonos spagnoli dotati di un A- di Dbrs come migliore collaterale presso la Banca Centrale Europea. Gli occhi dovranno rimanere aperti.