Quali sono i piani di Generali in questo momento “post” Intesa Sanpaolo? Quella che doveva profilarsi la fusione del secolo si è trasformata infine in un buco nell’acqua. E se l’istituto bancario ha fatto sapere che procederà secondo il suo piano aziendale, da parte del colosso assicurativo ancora non si sa nulla.
Philippe Donnet ancora non ha parlato. E c’è da comprendere la motivazione alla base della presa di tempo: è necessario scegliere le parole giuste. In fin dei conti al momento della presentazione del bilancio il prossimo 16 marzo il Ceo di Generali dovrà essere pronto a guidare ancora la sua squadra, nel momento in cui tutto davvero si giocherà tra gli azionisti: non si può non ricordare che il giorno prima, il 15, verrà convocato il primo consiglio di amministrazione dopo la caduta della possibilità di fusione.
Quel che sembra certo, per molti, è che il finanziere punterà sul rilancio del concetto di “accelerazione” per ritornare ai propri fasti. La velocità di ripresa rimane il concetto primario da seguire, tentando di mettere in atto un piano di crescita “organica” il più serio e preciso possibile. In particolare per ciò che concerne la spending review e quindi un taglio dei costi, al momento quantificato in 200 milioni. Questo risparmio dovrà accompagnarsi all’uscita dai mercati non più redditizi (con un aumento dei ricavi per circa un miliardo) ed un aumento della produttività pari al 15%.
Non è ancora certo si renderà necessaria una ricapitalizzazione: quel che è sicuro è che i target finanziari del 2018 prevedono dividendi complessivi per oltre 5 miliardi, una generazione di cassa di oltre 7 miliardi e un Roe operativo medio superiore al 13%. E che si deve tentare di raggiungerli.