Sembrava non dovesse accadere ed invece accaduto: Flavio Cattaneo abbandona il suo ruolo di amministratore delegato di Telecom Italia. E’ arrivata l’ufficialità dopo le tante smentite dei giorni scorsi.
L’investitore era stato nominato come tale nel marzo del 2016, e tutto stava andando bene fino all’inizio delle lotte intestine con Vivendi, il socio di maggioranza più complicato che l’azienda abbia mai avuto negli ultimi 20 anni. Che la società francese potesse rappresentare un pericolo era ormai divenuta abbastanza chiaro grazie anche alle indagini avviate dall’Antitrust e dalla Consob, ma in pochi si aspettavano alla fine che Cattaneo decidesse di mollare.
Sono state le indiscrezioni riportate dal quotidiano La Stampa a parlare della tensione con Vivendi come causa di questo addio, sebbene la maggior parte delle colpe viene teoricamente ascritto ai bandi Infratel che hanno creato frizione tra l’azienda ed il governo. Essendo Vivendi molto esposta in generale a livello mediatico e legale avrebbe decisamente fatto a meno di questa ulteriore pubblicità, sebbene il vero problema, va ripetuto e sottolineato, sarebbe stato proprio l’attacco di Flavio Cattaneo al piano del governo per la banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato e l’acquisizione di Metroweb da parte di Enel.
L’andamento delle azioni negli ultimi tempi avrebbe fatto la sua parte, data la sua natura altalenante di grandi picchi in incremento e grandi tonfi presso la Borsa di Milano. Questo addio non sarà privo di conseguenze per Telecom anche a livello economico: è già stato convocato un consiglio di amministrazione per lunedì per parlare della risoluzione del contratto con tanto di buona uscita pari a 30 milioni di euro.