La Corea del Nord ha spaventato di nuovo i mercati, poco propensi al rischio, e la Germania ha raffreddato le spinte europeiste, con la Merkel in difficoltà, per la prima volta, sul piano politico interno. Così l’euro è ai minimi storici del mese, mentre crescono i prezzi di petrolio e oro, ma anche dello yen, quei beni rifugio che più fanno sentire al sicuro gli investitori.
Pyongyanng ha minacciato di abbattere i caccia americani, e gli investimenti si spostano su oro e yen, mentre il petrolio vede i suoi massimi da due anni.
L’Eurozona esce indebolita dalle uniche elezioni che in molti davano per scontate, quelle tedesche, di cui la Merkel doveva fare un sol boccone.
Così le borse europee continuano il loro momento di incertezza. Milano stamattina apre con un deboli +0,1%, ma perdono le altre piazze europee principali, con Parigi, Londra e Francoforte unite in un -0,2%. L’euro ancora in calo, apre la mattinata a 1,1838 nei confronti del dollaro e a 132,05 sullo yen. Anche la coppia USD/JPY scende a 111,54, per effetto delle dichiarazioni coreane. Dagli Usa si aspettano dati sul mercato immobiliare e fiducia dei consumatori, e parlerà di politica monetaria e inflazione anche la Yellen, della Fed, con il probabile annuncio del rialzo dei tassi sul dollaro per dicembre. Sempre sul fronte macroeconomico, si è in attesa dei dati sulla bilancia commerciale italiana, mentre i prezzi delle importazioni in Germania sono saliti del 2,1%.
A Milano, Mediaset annuncerà i dati sull’ultimo trimestre, mentre lo spread è sotto 170 punti base.