Ci sono storie di finanza che colpiscono, di questi tempi, per le loro inversioni di tendenza, rispetto al classico stereotipo di Wall Street pronta a divorare qualsiasi cosa pur di fare profitti. È il fondo d’investimento più ricco del mondo a portare avanti una battaglia contro lo sfruttamento, il fondo sovrano norvegese che già si è segnalato per aver disinvestito nel mondo dei combustibili fossili. Il fondo ha rinunciato a 35 miliardi di investimenti nel petrolio e nel carbone, e ora si rivolge alle aziende di abbigliamento che in Asia sono spesso accusate di appaltare lavori a stabilimenti dove lavorano anche i bambini. È stata lanciata infatti una campagna, insieme all’Unicef, proprio per chiedere a queste aziende di migliorare le condizioni di lavoro e disincentivare lo sfruttamento minorile. Il fondo ha molti investimenti in questo settore, e può fare pressioni sulle aziende, forte del fatto che ha già dato l’esempio nel campo dei combustibili fossili. Ieri la presentazione del progetto, a cui hanno aderito 15 grandi aziende come Gucci, Wrangler, H&M e Yves Saint Laurent.
Si inizierà con delle indagini e dei rapporti sulle condizioni di lavoro, da parte della Norges Bank investment management, gestore del fondo e parte della banca centrale norvegese. Sono 250 milioni i bambini che devono lavorare sotto sfruttamento. Ora il fondo ha deciso di muoversi, e fare pressioni. Se non divesse succedere nulla, il fondo disinvestirà altri miliardi nel settore?