Il Bitcoin crolla a margine di una settimana tra le più nere per le criptovalute: sono stati bruciati 100 miliardi di dollari. Saliti oltre i 20 mila nei mesi scorsi gli stessi sono crollati fino ad 8 mila per poi tentare una risalita che comunque appare preoccupante alla maggior parte degli interlocutori.
Ovviamente la caduta ha contagiato anche le altre valute virtuali causando un vero e proprio tonfo del settore. E’ inutile girare attorno al problema: tante persone avranno archiviato perdite consistenti, soprattutto nelle ultime ore e secondo quanto raccontano gli operatori finanziari si sarebbe creata una sorta di “fuga da panico” degli investitori.
Perché questo crollo intenso? Le ragioni, guardandosi indietro ed attorno, sono essenzialmente due. La prima è stata la quotazione alla borsa delle commodities di Chicago, così come le grandi banche ed istituti sottolineavano nei mesi scorsi. Dando quel via libera si è anche dato modo di puntare al ribasso delle stesse utilizzando la leva finanziaria e si tratta di un fattore da non sottovalutare dal punto di vista speculativo. Entrando poi nello specifico degli ultimi giorni grande influenza la hanno avuta anche tutti i controlli e le nuove proposte di legge contro le criptovalute che molti governi stanno mettendo a punto.
I Bitcoin e la loro governance sono degli osservati speciali, sia per evitare che si possano costruire truffe sulle criptovalute sia che vengano utilizzate come strumento di riciclaggio di denaro. Insomma, si è alla ricerca di regole che diano stabilità ma questo non toglie che l’aver “ristretto” il mercato in alcuni luoghi abbia portato anche a dei problemi. Ad ogni modo di questo tema si parlerà anche al prossimo G20: BCE e FED hanno fatto sentire la loro voce. Lo scopo? Quello di dotarsi di norme comuni.