Il decreto dignità arriva sul tavolo del consiglio dei Ministri, e verrà discusso in questi giorni. Un decreto considerato fondamentale per il Governo e per il M5S in particolare che ha fatto della lotta al precariato uno dei suoi punti cardine del programma elettorale.
Si tratta di un decreto di 11 articoli, che vuole ribaltare la legge Fornero, o, come dicono i Pentastellati, superarla.
I punti del decreto
Il decreto non si occuperà solo di aumentare i diritti contrattuali dei lavoratori, ma sarà anche un provvedimento teso a disincentivare la delocalizzazione e il gioco d’azzardo, e, come già successo per i benzinai, ritardare l’introduzione della fatturazione elettronica.
Nel decreto anche altri temi, come lo spesometro e lo split payment. Ma sono certamente le misure per disincentivare i contratti a termine, e la somministrazione del lavoro, la parte più importante del decreto.
Per dare senso ai disincentivi, il Governo reintrodurrà le clausole per il rinnovo dei contratti. Il datore di lavoro dovrà quindi giustificare il motivo per cui rinnoverà il rapporto lavorativo con un contratto a tempo, e non con un legame indeterminato.
Inoltre, il rinnovo di un contratto a tempo determinato farà scattare le penali. Costerà di più insomma, al datore di lavoro, far firmare un contratto a tempo determinato.