L’Argentina è in crisi, e la ricetta proposta dal governo è la solita austerity, quella brutta parola che nessuno vuole sentire. Ed è anche quella ricetta che spesso non funziona, almeno a sentire i keynesiani. Che poi si faccia riferimento alle teorie economiche dei primi del secolo scorso, e non si trovino altre soluzioni, è ancora un mistero.
La ricetta
Il peso argentino ha perso quasi il 40% in un mese. Il governo non sa che pesci pigliare e va sulla solita ricetta dell’austerità. La stessa che ha spogliato già il paese tante volte. Ma il presidente Mauricio Macri, che è un liberista, punta sui soliti tagli alla spesa e sull’aumento delle tasse, in particolare alle esportazioni.
La priorità è ridurre il deficit e frenare la caudta economica e valutaria. Verranno soppressi alcuni ministeri, dal governo che ha speso più di quanto poteva, e ora taglia quelle spese. Ma il problema non è certamente spendere, ma come spendere, secondo i keynesiani.
Questo è chiaramente vero, ma sembra anche assurdo che il compito venga affidato a chi ha gestito male il paese.
Comunque l’Argentina “si propone di raggiungere un equilibrio della sua spesa fiscale, prima delle imposte, già nel 2019”, superando l’iniziale programma del deficit dell’1,3%.