Pernigotti non è in vendita, è questa la dichiarazione della proprietà turca, che però chiarisce che chiuderà lo stabilimento di Novi Ligure in favore della “terziarizzazione in Italia della produzione”.
La nota di Toksoz arriva dopo l’incontro con il governo che si è svolto ieri.
“Né il marchio né la società sono, allo stato attuale, in vendita”, dicono dalla Pernigotti, che però, dice nella nota, ha “confermato la decisione di cessare la conduzione in proprio delle attività produttive presso il sito di Novi Ligure… preferibilmente individuando partner industriali interessati all’acquisizione o alla gestione degli asset produttivi a Novi”.
Il futuro della Pernigotti
La Pernigotti quindi non sarà venduta, e ha anche “richiesto il supporto del Governo affinché favorisca la cessazione del blocco dello stabilimento di Novi al solo fine di consentire ai soggetti potenzialmente interessati di prendere visione degli asset e formulare proposte concrete di acquisizione del polo industriale o di utilizzo in toto o in parte delle sue linee produttive, nell’esclusivo interesse dei lavoratori stessi; di permettere al personale incaricato dall’azienda di accedere allo stabilimento allo scopo di prelevare scorte di prodotto per la loro commercializzazione”.
Insomma, Novi è in chiusura, ma non il marchio. Per lo storico stabilimento, i proprietari hanno “accolto le richieste del Governo italiano di sospendere la procedura, seppure temporaneamente, fino al 31 dicembre 2018, per poter lavorare sulla reindustrializzazione del sito produttivo di Novi Ligure, attraverso la nomina di un soggetto terzo che verifichi, analizzi e valuti le opportunità produttive”.