Le banche faticano a sopravvivere con il rischio recessione sempre presente: e se il fatto che una banca proponga tassi negativi fa notizia, anche le condizioni che portano a tali paradossi dovrebbero farlo, per il bene stesso del sistema.
Stimoli monetari non sempre positivi per banche
Il vero problema è che, a prescindere da quello che la BCE ed altre banche centrali sostengono, riuscire a dare stimoli monetari di una certa efficacia non è facile e se a ciò ci si aggiungono problematiche esterne al sistema bancario ma strettamente legate alla geopolitica, va da se che gli istituti, sull’intero territorio europeo inizino a mostrare perlomeno segni di stanchezza. Insomma, bene il quantitative easing e quindi l’acquisto di titoli di stato, ma sui tassi di interesse del denaro è necessario iniziare a ragionare.
Questo perché se da una parte un decennio di tassi bassi può essere stato d’aiuto per mantenere le banche in piedi, tale livellamento non è stato di aiuto nel recupero di quello che è stato perso con la crisi. TCW ha fatto notare che buona parte della fatica fatta dalle banche europee ad essere redditizie è legato proprio alle conseguenze dei programmi d’acquisto della BCE, che hanno portato le stesse a quotazioni più basse rispetto al book value. E non solo: se si analizzano i dati a disposizione è possibile verificare come nell’Eurozona spesso gli stimoli monetari hanno aiutato solo marginalmente la crescita del Pil senza però agire in modo positivo su famiglie ed imprese che hanno invece visto crescere il proprio indebitamento, a discapito ovviamente anche delle banche.
Rischio crisi per le banche
Da quel che spiegano gli analisti di diversi istituti, il problema in questo momento è che l’aver sostenuto un espansione dei bilanci ed aver sperimentato con tassi negativi ha portato le banche centrali, tra le quali figura anche la BCE, a far aumentare in modo incontrollato i prezzi degli asset rispetto al Pil; fattore che ha portato il debito e il valore di queste attività a crescere in modo imponente e “sincronizzato” al punto da porre diverse delle condizioni che potrebbero portare ad uno scoppio della bolla sul credito, qualcosa che andrebbe impedito ad ogni costo.
E’ vero che si tratta di un allarme lanciato diverse volte nel corso degli ultimi anni ma non si può sottovalutare l’attuale situazione geopolitica internazionale e le conseguenze che essa può comportare nella speranza che le diverse banche centrali sappiano gestire al meglio senza che il sistema crolli.