Proroga numero sette per Alitalia, con la necessità di chiudere al meglio per tutti: sulla necessità di dare una conclusione a questa storia nel più breve tempo possibile si è deciso alla fine di dare ancora tempo, contando su una maggiore collaborazione di Atlantia. La quale sembra esserci, ma con dei paletti ben definiti.
Settima proroga per Alitalia
Nonostante l’ottimismo da parte del Governo ancora una volta vi è stato bisogno di concedere, a Ferrovie dello Stato ed alla sua cordata, del tempo per presentare un’offerta vincolante. Dopo 29 mesi di commissariamento piuttosto che provvedere ad una liquidazione si è pensato, con molta probabilità, che attendere ancora un po’ sarebbe stato più auspicabile rispetto alla perdita di un importante investimento. Atlantia, in seguito all’incontro con il premier Giuseppe Conte si è resa disponibile a proseguire il confronto per la definizione di un’offerta vincolante, ma appare evidente che quel che si deciderà sulle concessioni autostradali e le possibili revoche avrà un peso anche sulla gestione della holding della famiglia Benetton in ambito Alitalia.
Essenzialmente i paletti, o nodi da sciogliere per Atlantia sono 4: il primo tra tutti è “l’individuazione di un partner industriale che partecipi al capitale della Newco con una quota significativa“, punto sul quale l’azienda non ha mai fatto mistero di basare buona parte della sua partecipazione. Ovviamente vi è poi la necessità di definire un “piano industriale della newco, condiviso” e bisognerà raggiungere “un accordo sull’assetto di governance e sul top management della newco“. Infine, ma non per importanza, bisognerà creare “un assetto azionario che veda Atlantia come socio di minoranza e, conseguentemente, senza un coinvolgimento nella gestione corrente della stessa al fine di prevenire eventuali conflitti di interesse, detenendo Atlantia la quasi totalità della partecipazione al capitale di Aeroporti di Roma Spa“.
Divisione azionaria Alitalia
I punti presentati come imprescindibili dalla holding Benetton sono condivise da Ferrovie dello Stato che vede gli stessi come una traccia ottimale da seguire per organizzare la cordata e presentare l’offerta vincolante di Alitalia: secondo l’azienda di trasporti italiana si tratta di nodi facilmente risolvibili con delle “sessioni di lavoro” ulteriori nei quali stabilire il tutto.
Al momento la più grave preoccupazione per Alitalia è quella di trovare nuovi fondi da investire: il prolungarsi del periodo di commissariamento e le proroghe ulteriori, nonostante il miglioramento delle performance del vettore stano portando a gravi perdite di liquidità da parte della compagnia. Un piano al vaglio del Governo potrebbe ovviare al problema, trasformando il finanziamento pubblico in credito limitando la partecipazione azionaria alla conversione dei soli interessi sul prestito ponte e creando una divisione azionaria (Mef 15%, Delta 15%, FS 35% e Atlantia 35%) che potrebbe rendere felici tutti.