Un accordo che potrebbe arrivare a sorpresa. Sarebbe stato infatti pianificato dalla Commissione Europea un “recovery fund“, un fondo per la ripresa finanziato con obbligazioni “sostenute da una garanzia degli Stati Membri” dell’Unione Europea. I famosi Coronabond tanto voluti e discussi? Non è detto.
Nulla di ufficiale ma anticipazioni
La “novità” è stata lanciata in una dichiarazione del vicepresidente della Commissione Europea per gli Affari economici, Valdis Dombrovskis, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Handelsblatt. Ovviamente si tratta di una posizione che non troppo involontariamente rilancia per forza il concetto dei Coronabond per i quali l’Italia sta lottando con tutte le forze in ogni contesto dopo che il discorso che li riguardava era stato “lasciato a metà” nelle ultime riunioni dei ministri delle Finanze del’Unione Europea.
Dombrovkis , va ricordato, è il commissario europeo per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e il mercato unico dei capitali. Parlando del fondo di solidarietà europeo l’uomo ha spiegato che sia possibile immaginare che il recovery fund possa avere una disponibilità di almeno 1500 mila miliardi di euro. La cifra esatta ancora non è stata decisa: se ne discuterà in maniera più approfondita presso la prossima riunione del Consiglio Europeo prevista in teleconferenza per il prossimo 24 aprile.
Obbligazioni speciali o Eurobond?
Per quanto la dichiarazione del vicepresidente della Commissione europea per gli Affari economici, Valdis Dombrovskis, abbia fatto ben sperare sugli Eurobond, in realtà le sue parole non hanno ufficializzato la scelta di questo strumento tanto desiderato dal Governo Italiano, francese e spagnolo e tanto osteggiato dall’Olanda per combattere la crisi innescata dalla pandemia di Coronavirus.
Sulla carta essi rappresentano forse lo strumento migliore per consentire alle diverse economie dell’Unione Europea di riprendersi dai problemi scatenati dalla malattia: alcuni stati membri sono però ancora fortemente contrari agli stessi e tutto rimane per il momento ancora da decidere. Partendo dalle certezze stabilite lo scorso 9 aprile dall’Eurogruppo, oltre al fondo per la ricostruzione messo a punto dalla Commissione Europea, a disposizione dei paesi vi sono anche le linee di credito precauzionali proposte dal MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità fino a un totale di 240 miliardi di euro. Esiste anche un fondo di garanzia della Banca europea degli investimenti (Bei) per prestiti alle imprese con cui verranno mobilitati fino a 200 miliardi di euro e il programma “Sure” stabilito dalla Commissione europea, con ulteriori 100 miliardi di euro da sfruttare per il finanziamento della cassa integrazione dei lavoratori a tempo indeterminato nei paesi membri dell’Eurozona.