Salta la cessione di Iveco: l’azienda specializzata nella costruzione di veicoli pesanti che fa parte dell’ampio palco industriale di Exor, la holding della famiglia agnelli, non passerà sotto il controllo orientale. E’ infatti saltata la trattativa per la cessione del marchio nelle mani della società cinese Faw Jiefang, da parte di Cnh Industrial.
Governo coinvolto in fallimento accordo?
Se la procedura avesse continuato il suo corso e l’accordo fosse andato in porto, gli Agnelli avrebbero guadagnato, secondo indiscrezioni stampa, 3,5 miliardi per la sua cessione. E’ importante ricordare che il dossier di Iveco era uno dei più importanti nelle mani del Governo Italiano che osservava con attenzione lo svolgersi dei lavori e sono in molti a pensare che dietro il fallimento delle trattative tra Exor e la società cinese vi sia stato lo zampino dello Stato. La motivazione è presto individuabile se si pensa alla storia di questo brand. Si pensa che addirittura il presidente del Consiglio Mario Draghi si sia interessato del dossier dopo che era stata ventilata l’ipotesi di utilizzare il golden power per evitare il passaggio dell’azienda in mano cinese. Indiscrezioni queste che potrebbero essere confermate dalle parole del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che ha commentato:
Accogliamo con favore e valutiamo positivamente la notizia del mancato perfezionamento della trattativa tra Cnh e Faw Jiefang per la vendita di Iveco. Il governo italiano ha seguito con attenzione e attiva discrezione tutta la vicenda perché ritiene la produzione di mezzi pesanti su gomma di interesse strategico nazionale. Il Mise è pronto a sedersi al tavolo per intervenire per tutelare e mantenere questa produzione in Italia.
Sindacati favorevoli a stop trattative
Il fallimento delle trattative tra Iveco e Faw Jiefang è stata accettata con un certo favore anche dai sindacati, non contenti di come si stavano svolgendo i confronti dalle due parti. Michel De Palma, responsabile della Fiom-Cgil del settore automotive ha rilanciato la posizione delle parti sociali chiedendo delle certezze per un “settore strategico” i cui lavoratori meritano di essere tutelati “con tutti gli strumenti a disposizione del Governo con le risorse del Recovery Fund” por consentire alla filiera di produzione di poter di funzionare in modo corretto.
Cosa succederà ora è tutto da vedere: l’azienda cinese tornerà all’attacco? Si faranno vivi nuovi compratori? Quel che è certo è che una soluzione deve essere trovata. Non si può sottovalutare il fatto che la mancata cessione non risolva la situazione di Iveco, anzi: è ancora più necessario di prima trovare una soluzione ai problemi di questa azienda che possiede tre stabilimenti. Uno a Brescia, uno a Mantova dove si produce il Daily e uno a Torino.