Vacanze estive 2021 più care a causa del rialzo del prezzo della benzina: a lanciare l’allarme ci hanno pensato Codacons e Assoutenti che denunciano come in alcuni settori e in particolare in quello dei carburanti, sia nato un approccio speculativo nei confronti dei consumatori finali.
Prezzi troppo alti e speculativi
In poche parole i prezzi della benzina aumentano in concomitanza della voglia di partire degli italiani e dell’esodo ferragostano, portando i viaggiatori a spendere di più rispetto allo scorso anno, quando la voglia di partire era la stessa e anche in quel caso si aveva a che fare con le conseguenze della pandemia di coronavirus sulla società e sui mercati. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha comunicato che al momento il prezzo della benzina si aggira intorno agli 1,657 al litro mentre quello del gasolio raggiunge gli 1,510 euro a litro.
Come fanno notare le associazioni dei consumatori i nuovi rialzi dei carburanti sono legati alle speculazioni sulle vacanze estive degli italiani fatte dagli addetti del settore, che portano una crescita generale dei prezzi in un periodo dove un tale ritocco non sarebbe effettivamente giustificato. Codacons mette nero su bianco i numeri, sottolineando che rispetto al 2020 la benzina costa 18,6% di più e che un pieno di gasolio costa il 17,6% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo si traduce in una spesa di 13 euro in più alta rispetto all’agosto dello scorso anno per quel che concerne la benzina, mentre si registra una maggiorazione di circa 11 euro per il pieno di gasolio.
Peso importante sulla spesa degli italiani
Sommando i rincari dell’estate alla normale spesa per l’energia delle famiglie, si scopre che alla fine dell’anno saranno ben 312 gli euro spesi in più dalle stesse per potersi spostare: un aumento dei costi importante che va a disturbare una situazione già resa precaria dalla crisi economica scatenata dalla pandemia di coronavirus. sottolinea il presidente di Assoutenti Furio Truzzi:
Di fronte a tale scenario il Governo Draghi deve intervenire riducendo la tassazione abnorme che vige sui prezzi dei carburanti e tagliando accise inutili e anacronistiche che servono solo ad aumentare le casse erariali, studiando meccanismi automatici per limitare gli effetti del caro benzina sulla collettività già impoverita da un anno e mezzo di Covid.
Una richiesta giustificata anche da ciò che arriva dai mercati, con il prezzo del petrolio che continua a salire sostenuto dalla ripresa economica che spinge in alto la domanda e dagli aumenti generali delle tariffe energetiche e di altri prodotti, derivanti proprio dai maggiorati costi di produzione legati a un innalzamento generalizzato dei prezzi dell’energia.