L’effetto delle sanzioni occidentali sulla Russia stanno avendo il loro peso, specialmente sulla popolazione. Le misure prese per rendere più difficile il sostentamento del conflitto da parte dell’economia russa stanno facendo sentire particolarmente la loro influenza sulla quotidianità dei cittadini.
La Russia e le sanzioni
Quello che è stato lo shock finanziario che aveva colpito le banche e i mercati in modo rilevante sembra avere trovato una sua stabilità grazie all’intervento della Banca Centrale russa. Quel che è certo che lo stesso non è accaduto a chi è costretto ogni giorno a fare la spesa e a fare i conti con rincari importanti dei beni di consumo e in particolare di quelli che hanno parte della supply chain legata a paesi esteri.
Ecco quindi che, andando a fare la spesa, il cittadino russo si trova a pagare lo zucchero il 20% in più di quello che faceva a gennaio e trova difficoltà, se non a caro prezzo, nel recuperare beni di necessità come pannolini e dentifricio.
La Borsa di Mosca, per la prima volta da quando aveva chiuso il giorno dopo l’attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina, ha riaperto lo scorso 21 marzo al fine di gestire i titoli di Stato federali dopo che la scorsa settimana si è riusciti a evitare un default che quasi tutti gli analisti si aspettavano.
Acquisto bond da Banca Centrale russa
Il sistema economico russo ha tenuto principalmente perché la Banca Centrale russa, per evitare una eccessiva volatilità, sta acquistando bond a ritmo serrato. Titoli di Stato il cui rendimento è sceso fino al -19,8% il 4 marzo per poi assestarsi all’attuale -13%. L’ex vicepresidente della Banca centrale russa Sergey Aleksashenko ha spiegato all’interno della sua newsletter:
L‘efficacia delle sanzioni aumenta notevolmente se la forza della pressione esercitata varia in base al comportamento del Paese. È evidente che negli ultimi giorni, nonostante il passaggio di Putin ad attacchi sempre più violenti contro le città e i civili ucraini, la pressione delle sanzioni occidentali non è aumentata.
In poche parole, fino a che non verrà colpito il settore energetico venendo meno gli acquisti di combustibile russo o verrà messo l’embargo sul petrolio, sarà difficile che le sanzioni in Russia riescano a fermare la guerra sul breve periodo. Allo stesso tempo però bisogna aspettarsi, come avvertito dall’economista Branko Milanovic, una crescita del tasso di criminalità legato al tentativo di aggirare la carenza dei beni di consumo ed elettronici che a breve potrebbe diventare reale.
La governatrice della Banca Centrale russa Elvira Nabiullina sostiene che nonostante l’elevata inflazione, il paese non dovrebbe avere difficoltà per i beni di prima necessità: forse non sa cosa sta passando la popolazione delle città.