I tassi d’interesse iniziano a essere argomento scottante anche in Europa. E la presidente della BCE Christine Lagarde si trova a dover richiedere ai falchi della Banca Centrale Europea di muoversi con gradualità sui rialzi.
Cosa accadrà con i tassi d’interesse
La situazione economica internazionale richiede che la BCE faccia dei passi ben precisi in politica monetaria. Ma questo non significa non tenere conto di tutti gli elementi sul tavolo. Per molti mesi la banca centrale si è mossa non rivelando troppo delle sue intenzioni: in questi ultimi giorni sembra invece che tutto debba basarsi su colpi di scena continui.
A disturbare particolarmente sono le paure legate alla crescita dell’inflazione sia in Europa che negli Stati Uniti dove si parla di numeri che superano il 7%. Un tema che è stato dibattuto molto sia durante incontri ufficiali di diverso livello e istituzionalità. Ma anche nei corridoi dei palazzi del potere. Giusto recentemente la presidente della BCE Christine Lagarde, giunta in Svizzera ha raccontato ai microfoni di Bloomberg una cosa interessante. Entro la fine di settembre il tasso d’interesse sui depositi potrebbe tornare a zero o raggiungere un livello “leggermente superiore”.
In cosa si traduce questo? Semplice: tra maggio e settembre la BCE pensa di aumentare i tassi d’interesse di almeno mezzo punto visto che in questo momento si trovano al -0,50%. Dobbiamo ricordare che i tassi sui depositi sulle banche sono negativi da ormai otto anni. E già prima di parlare con i media la Lagarde aveva accennato, parlando del futuro, che l’era dei tassi negativi a settembre avrebbe visto la sua fine.
Falchi pronti ad agire
Le dichiarazioni a Bloomberg che hanno di fatto quantificato l’aumento dei tassi d’interesse ha portato a una spinta del rendimento sui titoli italiani a dieci anni. E anche a un rafforzamento dell’euro sul dollaro, il cui cambio è particolarmente vicino alla parità. Diversi esperti in queste ore hanno spiegato che la BCE deve agire e in fretta per tenere buoni i picchi dei prezzi: uno tra tutti il francese François Villeroy de Galhau. Nel board della Banca Centrale Europea sono tutti concordi sul fatto che sia necessaria una stretta monetaria, ma persone come il presidente della Bundesbank Joachim Nagel e l’estone Martins Kazacs, due noti “falchi” hanno espresso la necessità di superare con il primo rialzo il mezzo punto percentuale.
Ma come anticipato Christine Lagarde ha sottolineato come le correzioni della politica monetaria saranno cruciali ma graduali perché “non dobbiamo farci prendere dal panico”. Ma lavorare con la giusta gradualità.