La Fed, come ci si aspettava ha dato via a un maggiore rialzo dei tassi mentre la BCE si sta concentrando su uno scudo anti-spread. L’inflazione incomincia a fare danni importanti ed entrambe le banche centrali si stanno muovendo per reagire al meglio.
Fed falco sul lungo periodo
Per quel che concerne la Federal Reserve il rialzo è stato dello 0,75%, fattore che ha portato il costo del denaro in una forchetta compresa fra l’1,50% e l’1,75%. Non dovrebbe stupire tale approccio dato che ci troviamo a dover combattere con una inflazione che ha raggiunto il massimo da 40 anni. L’organismo statunitense ha anche previsto che intorno alla fine dell’anno si raggiungerà un valore dei tassi di interesse pari al 3,4% lasciando intuire che a ogni riunione della Banca Centrale Americana corrisponderà un rialzo dei tassi tutt’altro che microscopico.
Il presidente della Fed Jerome Powell sottolinea che nessuno sta tentando di “indurre alcuna recessione” e che l’idea è quello di portare i tassi a un livello più normale in modo rapido. In modo tale da riuscire a far scendere l’inflazione aggiungendo un po’ di flessibilità alla questione. Un dato che rimane ancora troppo in alto rispetto agli obiettivi della banca e che sta portando l’istituto a combattere il caro prezzi con tutti gli strumenti possibili per tornare al tanto desiderato obiettivo di una inflazione al 2%. La volata dei prezzi, va sottolineato, è correlata all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e ai lockdown da Covid in Cina con i problemi legati alla supply chain che ne conseguono.
Questa politica monetaria così aggressiva punta tecnicamente a raffreddare la domanda e a sostenere l’economia.
Lo scudo della Bce contro gli alti livelli di spread
Anche la Bce sta facendo i suoi passi e sta pensando a un nuovo scudo anti-spread e l’uso flessibile dei 1.700 miliardi di euro di bond comprati col programma pandemico, da investire nuovamente man mano che arriveranno a scadenza. Ecco quindi che dopo aver annunciato una stretta e tastato le reazioni, la Banca Centrale Europea ha deciso di convocare una riunione di emergenza per prendere la decisione giusta. Ha spiegato Klaas Knot, componente del consiglio direttivo della Bce e presidente della Nederlandsche Bank parlando con Young Factor:
Abbiamo deciso di attivare la flessibilità nell’attività di reinvestimento e abbiamo chiesto ai nostri comitati di lavora in maniera accelerata sul concepimento di nuovo strumenti per contrastare la frammentazione nel caso in cui il reinvestimento non bastasse. Per cui nel caso in cui il reinvestimento non bastasse state tranquilli, siamo pronti.
Una politica che punta a un precario ma specifico equilibrio tra le varie esigenze.