Il caro energia e il suo peso sulle nostre tasche ci impongono di prendere in considerazione pellet e metodi alternativi per riscaldarci. Ma convengono davvero? Aiutano a combattere questi rincari ed eventuali limitazioni che potremmo incontrare?
Come affrontare il caro energia
La Russia, dopo aver attaccato l’Ucraina, sta iniziando a chiudere il gas verso l’Occidente. Gli Stati europei si stanno organizzando da tempo stoccando gas, ma non è detto che questo possa essere sufficiente. Come possiamo ovviare al problema? Per chi ne ha la possibilità l’installazione di una stufa a pellet sembra la soluzione migliore. E va detto, nonostante l’aumento dei costi, in teoria, ciò non sarebbe sbagliato.
Il vero problema consta nel fatto che, essendo cresciuta la domanda, con essa sono aumentati i prezzi. E ciò che prima era possibile pagare intorno ai 5 euro per 15 kg, ora ne costa minimo 10. E non solo: tale aumento del prezzo è legato perché gli scarti del legno con i quali vengono creati questi piccoli cilindri da bruciare, proviene per la maggior parte da Russia e Bielorussia.
Ovviamente se si ha già da tempo questo tipo di riscaldamento installato in casa, gli aumenti per quanto sostanziali non saranno mai alti come quelli di gas ed elettricità nelle città. Ma allo stesso tempo è importante capire che scegliere di installare ora una simile stufa non è poi così conveniente.
Per rendersi più o meno autosufficienti e non soffrire del caro energia, diventa più conveniente l’installazione di un camino termico a legna. Sebbene la spesa possa sembrare più alta inizialmente, viene ammortizzata con il passare delle settimane.
Attenzione a possibili limitazioni
In alternativa si può pensare all’installazione di una caldaia a biomassa. Essa non solo sfrutta legno e pellet come gli altri dispositivi indicati finora, ma lavora anche con gli scarti agricoli e gusci di frutta secca. In questo caso si parla quindi di materiale organico ma non fossile. Il vero problema? Per il pellet il costo soprattutto, per le altre cose la possibilità di stoccaggio.
Esisterebbero anche altre metodologie di riscaldamento, ma sfruttando l’energia elettrica non rappresentano una cura al caro energia. Non dobbiamo dimenticare che la possibilità che la stessa venga limitata non è così lontana. La maggior parte delle conseguenze colpirebbero le amministrazioni con l’illuminazione di monumenti. Ma anche i negozi, che sarebbero costretti a una chiusura anticipata.
Questo porta il semplice consumatore a dover trovare delle tecnologie alternative che gli consentano di scaldarsi. O rendersi autosufficienti dal punto di vista energetico. E non si tratta di un atto scontato o semplice.