Christine Lagarde ha fatto intendere di essere pronta a tutto contro l’inflazione e la crisi. L’economista, a capo della Bce, è focalizzata sull’evitare il più possibile che l’Europa si ritrovi a dover combattere con una recessione. E sta cercando di agire direttamente sul contesto.
Bce pronta a tutto
L’inflazione già da sola sta creando problemi. Ma per spiegare meglio cosa vogliamo dire dobbiamo richiamare la conferenza stampa tenutasi in seguito all’annuncio del rialzo dei tassi. Christine Lagarde ha spiegato senza mezzi termini che la Bce sia pronta a muoversi a 360 gradi nel momento in cui la crescita dei prezzi non sarà l’unico elemento disturbatore
E in tal senso ha sottolineato di non aver problemi a usare il Tpi o scudo anti-spread, soprattutto nel caso si verificassero le condizioni necessarie. Uno strumento questo “dibattuto, approvato all’unanimità” che la Banca Centrale Europea non ha paura di usare. Alcuni esperti pensano che le parole di Christine Lagarde sottintendano quel “qualsiasi cosa serva” o “whatever it takes” che giustificherà l’istituto a mettere in campo qualsiasi strumento necessario a evitare crisi ingestibili.
D’altronde il periodo storico e geopolitico, tra l’attacco della Russia sull’Ucrains e le sue conseguenze, la crisi energetica e la difficoltà a mettersi d’accordo tra gli Stati membri su come reagire richiede misure importanti. E non sempre popolari. Anche se la Bce, dal canto suo, punta a mostrare una unione d’intenti non esistente ma che si sta creando. E lo scudo anti-spread è un modo, senza dubbio per dare vita a una compattezza che ancora non c’è.
Spettro della recessione nel 2023
Il Tpi deve essere considerato in pratica come uno strumento di reinvestimento dei titoli in scadenza comprati quando alla guida c’era Mario Draghi. Qualcosa che a un paese come l’Italia, caratterizzato da una forte tensione sui debiti, potrebbe tornare molto utile per via della possibilità di reinvestire i proventi a scadenza.
Un approccio che, inutile dirlo, è molto gradito ai mercati perché consente di evitare speculazioni. Le parole di Christine Lagarde allo stesso tempo che la lotta all’inflazione è la priorità. Ma che la Bce vuole limitare al massimo la possibilità di una recessione. Ci si aspetta infatti uno stato di stagnazione per l’ultimo trimestre 2022 e il primo del 2023. E una recessione da risolvere nel caso in cui i russi decidessero di bloccare totalmente petrolio e gas.
Non potendo risolvere direttamente il problema fornendo denaro, la Bce sembra voler migliorare il contesto il più possibile. Saranno le prossime settimane a mostrarci se questo sarà possibile.